DSA: SCRIVERE UN TEMA…QUALI STRATEGIE?

0041"Non scrivere mai per piacere agli altri, ma per piacere a te." (W. Smith)

Scrivere un tema può risultare un'impresa ardua per qualsiasi allievo: il titolo spesso strano e difficile da capire, le idee che non vengono o che comunque arrivano in modo confuso e a cui non si riesce dare un ordine ed una una strutturazione, le varie parti che non si riescono ad unire logicamente tra loro, la difficoltà ad iniziare e a concludere…e molto altro!
Quest'impresa può diventare ancora più difficoltosa per un bambino con disturbi specifici dell'apprendimento (DSA): alle difficoltà elencate si sommano quelle ortografiche e di conversione fonema-grafema, di scrittura (disgrafia), di rilettura del testo prodotto e quelle di organizzazione del discorso, spesso presenti in un bambino con DSA.
Quali strategie si possono utilizzare per aiutare il bambino con DSA (ma non solo) a produrre un testo scritto, cercando di arginare le difficoltà derivanti dal disturbo?
Vediamolo insieme.

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DSA: COME STUDIARE CON EFFICACIA!

immagine per articolo

"Se non riesco ad imparare nel modo in cui insegni…
Potresti insegnare nel modo in cui imparo?"

Il bambino con Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) non può permettersi di adottare il metodo di studio più diffuso tra i coetanei, ovvero leggere il testo e ripetere più volte. Infatti, le difficoltà di decodifica dei grafemi (le "lettere" scritte) gli rallenterebbe notevolmente i tempi, lo affaticherebbe e avrebbe anche un'influenza negativa sulla comprensione del significato del testo, in quanto la maggior parte delle sue risorse attentive sono focalizzate sul processo di decodifica stesso.

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STRUMENTI COMPENSATIVI: QUALI E PERCHE’?

strumenti compensativi“Giustizia in ambito educativo non è dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ognuno ciò di cui ha bisogno”

Il bambino con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), spesso, a scuola, sperimenta una serie di insuccessi che lo portano a sentirsi incapace e a sviluppare un senso di impotenza appresa. Infatti, se una persona viene esposta spesso a eventi che non riesce a controllare, sviluppa un atteggiamento rinunciatario e passivo. Il bambino, quindi, incomincerà a pensare: “E’ inutile che studio e ci provo, tanto mi andrà male, come tutte le altre volte”.
Per sopportare la fatica il bambino deve vedere dei vantaggi, cioè a scuola (e a casa) deve sperimentare il successo e l’autonomia e lo può fare grazie all’uso di strumenti ed ausili informatici compensativi, in modo autonomo.

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